Come confessore mi pongo UN problema senza escludere gli altri
[Cioè so bene del great reset, del nuovo momdo anticristico che le grandi lobbies vogliono costruire con un sistema sanitario ad hoc, del messianismo vaccinale, dello spirito massonico delle lobby farmaceutiche e di tante nefandezze a cui siamo sottoposti: lockdown e dittatura sanitaria etc]
Ma, come confessore, devo rispondere alla domanda FONDAMENTALE; vaccinarsi contro il Covid, utilizzando i nuovi vaccini, è peccato o no?
Perché se fosse peccato, anche se in 15 giorni si risolvesse la pandemia, MAI potrei usare il vaccino; perché l’unica vera grande disgrazia è il peccato.
Ora abortire bambini per ottenere cellule – ça va sans dire – è un crimine orrendo.
Invece farsi somministrare vaccini per la cui fabbricazione si sono utilizzare cellule che ci sono già, entra nel genere “cooperazione materiale passiva”, cooperazione ammessa ab immemorabile: e la classificazione in questo genere della somministrazione dei nuovi vaccini ha il sostegno del Magistero.
Il confessore dâ la risposta giusta quando dice SI PUÒ
E “Si può” è diverso da “Si deve”
Il Confessore deduce la sua risposta dal Magistero della Chiesa, norma prossima della fede.
Il Magistero dice CIÒ CHE È VERO (ciò che è stato rivelato e ciò che si può dedurre dalla Rivelazione)
Il teologo cerca si soiegare COME CIÒ CHE È VERO È VERO
Il confessore espone al fedele ciò che è vero e come è vero, utilizzando le fonti appena sopra riferite.
Ora riporto estratti di due testi: uno magisteriale in senso pieno (Istruzione “Dignitas Persona”); uno di per sé non magisteriale, ma citato nel magistero come “documento importante” e quindi fatto proprio da esso: «Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti», 5 giugno 2005, sotto il Pontificato di Benedetto XVI.
Congregazione per la dottrina della fede, Istruzione “Dignitas Persona”, 8 settembre 2008 (sotto il Pontificato di Benedetto XVI), § 35:
“Così, per esempio, il pericolo per la salute dei bambini può autorizzare i loro genitori a utilizzare un vaccino nella cui preparazione sono state utilizzate linee cellulari di origine illecita, fermo restando il dovere da parte di tutti di manifestare il proprio disaccordo al riguardo e di chiedere che i sistemi sanitari mettano a disposizione altri tipi di vaccini. D’altra parte, occorre tener presente che nelle imprese che utilizzano linee cellulari di origine illecita non è identica la responsabilità di coloro che decidono dell’orientamento della produzione rispetto a coloro che non hanno alcun potere di decisione”.
Pontificia Accademia pro Vita, «Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti», 5 giugno 2005, sotto il Pontificato di Benedetto XVI
[…]
Il principio della lecita cooperazione al male
La prima distinzione fondamentale è quella tra cooperazione formale e materiale. Si configura una c. formale quando l’agente morale coopera con l’azione immorale di un altro, condividendone l’intenzione cattiva. Quando invece l’agente morale coopera con l’azione immorale di un altro, senza condividerne l’intenzione cattiva, si configura una c. materiale.
La c. materiale viene ulteriormente distinta in immediata (diretta) e mediata (indiretta), a seconda che si tratti di cooperare con l’esecuzione dell’atto cattivo in quanto tale, oppure che si agisca realizzando le condizioni – o fornendo strumenti o prodotti – che rendono possibile l’effettuazione dell’atto cattivo. In relazione, poi, alla “distanza” (sia temporale che in termini di connessione materiale) tra l’atto di cooperazione e l’atto cattivo ad opera altrui, si distingue una c. prossima e una c. remota. La c. materiale immediata è sempre prossima, mentre la c. materiale mediata può essere prossima o remota.
La c. formale è sempre moralmente illecita poiché si tratta di una forma di partecipazione diretta ed intenzionale all’azione cattiva dell’altro8.. La c. materiale talvolta può essere lecita (in base alle condizioni del “duplice effetto” o “volontario indiretto”), ma quando si configura come una c. materiale immediata ad attentati gravi contro la vita umana, essa è da ritenersi sempre illecita, data la preziosità del valore in gioco9.
Un’ulteriore distinzione della morale classica è quella che tra cooperazione al male attiva (o positiva) e cooperazione al male passiva (o negativa), riferendosi la prima al compimento di un atto di cooperazione ad un’azione cattiva compiuta da un altro, mentre la seconda all’omissione di un atto di denuncia o di impedimento di una azione cattiva compiuta da un altro, nella misura in cui sussisteva il dovere morale di fare ciò che è stato omesso10.. Anche la c. passiva può essere formale o materiale, immediata o mediata, prossima o remota. Ovviamente, è da ritenersi illecita ogni c. passiva formale, ma anche la c. passiva materiale generalmente va evitata, pur se si ammette (da parte di molti autori) che non c’è l’obbligo rigoroso di evitarla quando sussistesse un grave incomodo.
Applicazione all’uso dei vaccini preparati con cellule procedenti da embrioni o feti abortiti volontariamente
Nel caso specifico in esame, tre categorie di persone sono coinvolte nella cooperazione al male, male che ovviamente è rappresentato dall’atto di aborto volontario compiuto da altri: a) chi prepara i vaccini mediante ceppi di cellule umane provenienti di aborti volontari; b) chi partecipa alla commercializzazione di tali vaccini; c) chi ha la necessità di utilizzarli per ragioni di salute.
Innanzitutto, va considerata moralmente illecita ogni forma di c. formale (condivisione dell’intenzione cattiva) all’atto di chi ha compiuto l’aborto volontario che ha permesso il reperimento dei tessuti fetali, necessari alla preparazione dei vaccini. Pertanto, chiunque – indipendentemente dalla categoria di appartenenza – cooperasse in qualche modo, condividendone l’intenzione, all’effettuazione di un aborto volontario, finalizzato alla produzione dei vaccini in oggetto, parteciperebbe di fatto alla medesima malizia morale di chi ha compiuto tale aborto. Una tale partecipazione si realizzerebbe ugualmente qualora, sempre condividendo l’intenzione abortiva, ci si limitasse a non denunciare o contrastare, avendo il dovere morale di farlo, tale azione illecita (cooperazione formale passiva).
Qualora tale condivisione formale dell’intenzione cattiva di chi ha compiuto l’aborto non sussista, l’eventuale cooperazione si configurerebbe come materiale, con le seguenti specificazioni.
Per quanto riguarda la preparazione, distribuzione e commercializzazione di vaccini realizzati grazie a l’impiego di materiale biologico la cui origine è collegata a cellule provenienti da feti volontariamente abortiti, in linea di principio va detto che tale processo è moralmente illecito, poiché esso potrebbe contribuire di fatto a incentivare l’effettuazione di altri aborti volontari, finalizzati alla produzione di tali vaccini. Tuttavia, va riconosciuto che all’interno della catena di produzione- distribuzione-commercializzazione, i vari agenti cooperanti possono avere responsabilità morali differenziate.
Ma c’è un altro aspetto da considerare ed è quello della cooperazione materiale passiva che si verrebbe a realizzare da parte dei produttori di questi vaccini, qualora essi non denunciassero e rifiutassero pubblicamente l’atto cattivo d’origine (l’aborto volontario), ed insieme non si impegnassero a ricercare e a promuovere forme alternative, prive di malizia morale, per la produzione degli stessi vaccini. Una tale cooperazione materiale passiva, qualora si verificasse, è altrettanto illecita.
Per quanto concerne chi ha la necessità di utilizzare tali vaccini per ragioni di salute, va precisato che, esclusa ogni c. formale, generalmente medici o genitori per i loro bambini che ricorrono all’uso di tali vaccini, pur conoscendone l’origine (l’aborto volontario), realizzano una forma di cooperazione materiale mediata molto remota, e quindi molto debole, rispetto alla produzione dell’aborto, e una cooperazione materiale mediata, rispetto alla commercializzazione di cellule procedenti da aborti, e immediata, rispetto alla commercializzazione dei vaccini prodotti con tali cellule. La cooperazione è più forte da parte delle autorità e dei sistemi sanitari nazionali che accettano l’uso dei vaccini.
Ma in questa situazione, più emergente è l’aspetto della c. passiva. Ai fedeli e ai cittadini di retta coscienza (padri famiglia, medici, ecc.) spetta di opporsi, anche con l’obiezione di coscienza, ai sempre più diffusi attentati contro la vita e alla “cultura della morte” che li sostiene. E da questo punto di vista, l’uso di vaccini la cui produzione è collegata all’aborto provocato costituisce almeno una cooperazione materiale passiva mediata remota all’aborto, e una cooperazione materiale passiva immediata alla loro commercializzazione. Inoltre, sul piano culturale, l’uso di tali vaccini contribuisce a creare un consenso sociale generalizzato all’operato delle industrie farmaceutiche che li producono in modo immorale.
Pertanto, i medici e i padri di famiglia hanno il dovere di ricorrere a vaccini alternativi 11(se esistenti), esercitando ogni pressione sulle autorità politiche e sui sistemi sanitari affinché altri vaccini senza problemi morali siano disponibili. Essi dovrebbero invocare, se necessario, l’obiezione di coscienza12 rispetto all’uso di vaccini prodotti mediante ceppi cellulari di origine fetale umana abortiva. Ugualmente dovrebbero opporsi con ogni mezzo (per iscritto, attraverso le diverse associazioni, i mass media, ecc.) ai vaccini che non hanno ancora alternative senza problemi morali, facendo pressione affinché vengano preparati vaccini alternativi non collegati a un aborto di feto umano e chiedendo un controllo legale rigoroso delle industrie farmaceutiche produttrici.
Per quanto riguarda le malattie contro le quali non ci sono ancora vaccini alternativi, disponibili, eticamente accettabili, è doveroso astenersi dall’usare questi vaccini solo se ciò può essere fatto senza far correre dei rischi di salute significativi ai bambini e, indirettamente, alla popolazione in generale. Ma se questi fossero esposti a pericoli di salute notevoli, possono essere usati provvisoriamente anche i vaccini con problemi morali. La ragione morale è che il dovere di evitare la cooperazione materiale passiva non obbliga se c’è grave incomodo. In più, ci troviamo, in tale caso, una ragione proporzionata per accettare l’uso di questi vaccini in presenza del pericolo di favorire la diffusione dell’agente patologico, a causa dell’assenza di vaccinazione dei bambini. Questo è particolarmente vero nel caso della vaccinazione contro la rosolia13.
In ogni caso, permane il dovere morale di continuare a lottare e di usare ogni mezzo lecito per rendere difficile la vita alle industrie farmaceutiche che agiscono senza scrupoli etici. Ma il peso di questa importante battaglia certamente non può e non deve ricadere sui bambini innocenti e sulla situazione sanitaria della popolazione – in particolare in quanto riguarda le donne incinte.
In sintesi, va riaffermato che:
esiste il dovere grave di usare i vaccini alternativi e di invocare l’obiezione di coscienza riguardo a quelli che hanno problemi morali;
per quanto riguarda i vaccini senza alternative, si deve ribadire sia il dovere di lottare perché ne vengano approntati altri, sia la liceità di usare i primi nel frattempo nella misura in cui ciò è necessario per evitare un pericolo grave non soltanto per i propri bambini ma anche e, forse, soprattuto per le condizioni sanitarie della popolazione in genere – donne incinte specialmente ;
la liceità dell’uso di questi vaccini non va interpretata come una dichiarazione di liceità della loro produzione, commercializzazione e uso, ma come una cooperazione materiale passiva e, in senso più debole e remoto, anche attiva, moralmente giustificata come extrema ratio in ragione del dovere di provvedere al bene dei propri figli e delle persone che vengono in contato con i figli (donne incinte);
tale cooperazione avviene in un contesto di costrizione morale della coscienza dei genitori, che sono sottoposti all’alternativa di agire contro coscienza o mettere in pericolo la salute dei propri figli e della popolazione in generale. Si tratta di un’alternativa ingiusta che deve essere eliminata quanto prima.